IL POTERE DELLA PREGHIERA
di Don Lorenzo Vecchiarelli - a cura di Mara Macrì (Effatà Editrice)
Attualmente l'uomo si ritrova a vivere l'intensità del suo spirito nel breve lampo della sua storia, con l'inquietudine di sentirsi eterno e nel contempo svuotato dall'inconsistenza del mondo che lo circonda. Tutto si trasforma e gli appare nella sua concretezza come una maschera che nasconde la voragine dei desideri, sempre incalzanti e mai perfettamente raggiunti. E' una fame e una sete inestinguibili. L’uomo si sente prigioniero di una situazione che gli appare limitante: il cielo è nuvoloso e spesso privo di luce. L'ansia del cibo lo rende incapace di guardare in alto e lo prostra verso le cose di questo mondo, togliendogli il respiro. Non si rende conto che ogni cosa è dono del Signore, che provvede al cibo di ogni creatura perché l'ama e la protegge. Coloro che accettano il messaggio evangelico possono anche avere momenti di crisi, ma non raggiungono la disperazione, perché si rivolgono a Colui che ha parole di vita eterna. Su questa opzione fondamentale nasce il comportamento come conseguenza di un rapporto intimo e personale continuativo. Un segno chiaro è quello della perseveranza, non può cessare la preghiera perché è il ponte che lega intimamente a Dio. Infatti, Gesù non demorde, Egli è interessato all’uomo, al suo problema, alle sue sofferenze. Bisogna avere però il cuore puro, disinteressato, benevolo, paziente e longanime. In una parola bisogna avere l’amore che Dio ha per l’uomo. Ed è quello che Gesù insegna ai suoi discepoli avvisandoli: “soffrirete, sarete mal compresi, vi perseguiteranno, vi uccideranno ma voi avrete la forza della Verità e della Vita”. Oggi il mondo ha bisogno di questo amore puro, ma allo stesso tempo coinvolto che solo Dio può realizzare. La sintesi perfetta tra purezza e coinvolgimento, dono e disinteresse; proprio in questo si manifesta il suo potere. Oggi l’umanità ha bisogno del coinvolgimento e chiede amicizia vera, profonda e partecipata. E’ il mondo stesso che necessita di tale luce. La fede deve diventare forza di penetrazione nel dolore dell’uomo. Soffrire con chi soffre, patire con chi patisce, gioire con chi gioisce, mettendo al primo posta l’altro e non i propri interessi o la propria fama. Entrare nella situazione dell’altro e riscattarla da ogni male, da ogni dolore e problema, senza mai pensare a se stessi. Questo comporta una grande povertà di spirito, una immensa purezza di cuore e una sconfinata docilità ai bisogni del prossimo. Uno stato che nasce dall’essere appassionatamente innamorati di Cristo: è Lui che riempie il nostro cuore fino alla sazietà; è lui che ci lancia verso l’altro senza pretese o interessi egoistici; è Lui che ci permette di sopportare le debolezze, le angherie, le diffidenze, le violenze di questo mondo malato. Solo Lui è la fonte, la radice, il movente primo e ultimo di ogni nostra azione, perché è Lui che ci dà la vita piena. Ed è Lui che ci insegna a pregare, che ci indica la strada, rivelandoci il potere che contiene la preghiera: quella che ottiene sempre una risposta. Scegliere questa strada è di pochi, giudicare questa via è di molti. Anche se tutti gli esseri umani sono chiamati a vivere questa esperienza meravigliosa. |