I PERSIANI DI ESCHILO
Il dramma della sconfitta e l’esaltazione del supremi valori dello spirito
Auditorium/Teatro Paolo VI - Università Pontificia Salesiana
P.zza dell’Ateneo Salesiano 1, Roma
Mercoledì 16 e giovedì 17 maggio 2018
Il dramma della sconfitta e l’esaltazione del supremi valori dello spirito
Auditorium/Teatro Paolo VI - Università Pontificia Salesiana
P.zza dell’Ateneo Salesiano 1, Roma
Mercoledì 16 e giovedì 17 maggio 2018
Per il secondo anno l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma, affronta l’impegno di portare in scena una tragedia greca. Dopo il progetto realizzato nel 2017 con l’Antigone di Sofocle, è la volta de I Persiani di Eschilo. La messa in scena è il frutto di un seminario e laboratorio teatrale promosso dalla Facoltà di Lettere Cristiane Classiche sotto la guida del prof. Roberto Fusco e della prof.ssa Paola Sarcina, in collaborazione con l’associazione culturale Music Theatre International. Al laboratorio partecipano studenti e docenti provenienti da diverse facoltà dell’UPS, più collaboratori esterni, appassionati di teatro e professionisti dello spettacolo. La rappresentazione è quindi il frutto di un laboratorio integrato, in cui dalla riscrittura del testo, alla scelta dell’ambientazione e delle soluzioni registiche, tutto è frutto di un lavoro condiviso tra studenti, docenti e professionisti del teatro.
Questa vasta tragedia, che ebbe la prima rappresentazione nell’anno 472 a.C., narra la disfatta del potente e ricco regno persiano guidato dal principe Serse, sconfitto dall’esercito Ateniese. Notissimi i fatti che hanno ispirato Eschilo: la distruzione della flotta persiana a Salamina (480 a.C.), la ritirata disastrosa del superstite esercito di Serse, la battaglia di Platèa (479 a.C.), ecc.. Questa è l’unica tragedia di Eschilo – fra quelle almeno giunti fino a noi – nella quale siano stati trattati argomenti di storia contemporanea al poeta. Eschilo, con I Persiani si riprometteva di mostrare una volta di più che non solo i singoli individui, ma anche i popoli più ricchi e più potenti, sono soggetti ai terribili castighi degli dèi, quando diventano immemori dei loro doveri verso la divinità e si inorgogliscono presi da momentanei periodi di benessere, così le loro scelte inconsulte offendono la giustizia e calpestano la legge morale. Ma il poeta, invece di glorificare in questa tragedia la vittoria ellenica, ha voluto deliberatamente rappresentare la sconfitta persiana, ponendo lo svolgimento del dramma non già nell’Ellade, ma nel lontano impero di Serse. I Persiani sono dunque da ritenersi un nobilissimo dramma, creato ad esaltazione dei supremi valori dello spirito.
Sappiamo poco della vita di colui che da molti è considerato il più grande poeta tragico e, a un tempo, lirico, che abbia avuto l’umanità: Eschilo. Scarse e scarne sono le notizie a noi pervenute tutte, o quasi, da una brevissima “vita di Eschilo” di autore ignoto, che ha trovato posto in alcuni dei codici, nei quali ci è stata tramandata una piccola parte della copiosa opera drammatica eschilèa, e da poche righe lasciateci da Suida. Oltre che poeta sommo, fu intrepido soldato a Maratona, Salamina, Artemisio, Platèa, dove combatté valorosamente, sempre in difesa della libertà greca minacciata dai Persiani. Fu inventore della maschera tragica, il coturno ed altri elementi dell’apparato scenico, come fu creatore di danze e musiche sublimi. Risulta che abbia vissuto due anni in Sicilia, dove furono rappresentate varie sue tragedie tra le quali I Persiani.
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Questa vasta tragedia, che ebbe la prima rappresentazione nell’anno 472 a.C., narra la disfatta del potente e ricco regno persiano guidato dal principe Serse, sconfitto dall’esercito Ateniese. Notissimi i fatti che hanno ispirato Eschilo: la distruzione della flotta persiana a Salamina (480 a.C.), la ritirata disastrosa del superstite esercito di Serse, la battaglia di Platèa (479 a.C.), ecc.. Questa è l’unica tragedia di Eschilo – fra quelle almeno giunti fino a noi – nella quale siano stati trattati argomenti di storia contemporanea al poeta. Eschilo, con I Persiani si riprometteva di mostrare una volta di più che non solo i singoli individui, ma anche i popoli più ricchi e più potenti, sono soggetti ai terribili castighi degli dèi, quando diventano immemori dei loro doveri verso la divinità e si inorgogliscono presi da momentanei periodi di benessere, così le loro scelte inconsulte offendono la giustizia e calpestano la legge morale. Ma il poeta, invece di glorificare in questa tragedia la vittoria ellenica, ha voluto deliberatamente rappresentare la sconfitta persiana, ponendo lo svolgimento del dramma non già nell’Ellade, ma nel lontano impero di Serse. I Persiani sono dunque da ritenersi un nobilissimo dramma, creato ad esaltazione dei supremi valori dello spirito.
Sappiamo poco della vita di colui che da molti è considerato il più grande poeta tragico e, a un tempo, lirico, che abbia avuto l’umanità: Eschilo. Scarse e scarne sono le notizie a noi pervenute tutte, o quasi, da una brevissima “vita di Eschilo” di autore ignoto, che ha trovato posto in alcuni dei codici, nei quali ci è stata tramandata una piccola parte della copiosa opera drammatica eschilèa, e da poche righe lasciateci da Suida. Oltre che poeta sommo, fu intrepido soldato a Maratona, Salamina, Artemisio, Platèa, dove combatté valorosamente, sempre in difesa della libertà greca minacciata dai Persiani. Fu inventore della maschera tragica, il coturno ed altri elementi dell’apparato scenico, come fu creatore di danze e musiche sublimi. Risulta che abbia vissuto due anni in Sicilia, dove furono rappresentate varie sue tragedie tra le quali I Persiani.
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Due le repliche in programma: mercoledì 16 maggio alle ore 11.30 (per le scuole) – ingresso 3€ | Giovedì 17 maggio alle ore 19.00 – ingresso 5 €
Info e prenotazioni: 338 1515 381 / e-mail [email protected]
Info e prenotazioni: 338 1515 381 / e-mail [email protected]