IL SEGRETO DI DON LORENZO - Memorie di un'anima
di Don Lorenzo Vecchiarelli - a cura di Mara Macrì e Simone Pasquali
(Effatà Editrice)

Cosa si cela nell’animo di un sacerdote che ha dedicato tutta la sua vita alla Chiesa, con obbedienza e devozione? Quali intimi segreti affida alla volontà di Dio? E qual è la differenza tra un diario personale, un’autobiografia e una memoria?
   L’autore ha utilizzato una sintesi, una modalità di linguaggio per integrare e imprimere sulle pagine esperienze, riflessioni e passaggi di fede che toccano il cuore. In questo lavoro rivela la sua parte più profonda e incide i momenti che vive, ricordando a se stesso, le gioie e le sofferenze ma soprattutto l’amore incondizionato per il Signore. Esce dal suo cono d’ombra e affonda le radici nelle paludi melmose degli abissi, per poi innalzare al Cielo inni di gloria e gioia velata di lacrime. Egli esprime l’entropia e nel contempo l’ordine, la misura e la consapevolezza; sfiora le corde buie e scivolose della coscienza, che trasmettono emozioni segrete, dolori inespressi, malesseri sommersi da un oceano di motivazioni razionali. L’autore non si estranea da tutto questo, non si nasconde, non cela la malinconia e le fragilità, non riveste il suo ruolo, ma si spoglia. Abbatte le sovrastrutture tipiche di una personalità costruita, descrivendo i transiti della sua esistenza, intrisa di fede, lacerazioni e… li racconta.    
   Il presente testo rappresenta la raccolta di tre diari, dai quali sono state estrapolate le parti più rilevanti di don Lorenzo Vecchiarelli. Sacerdote leale, integro e retto, egli sottolinea fatti ed eventi spirituali essenziali, coltivando il recondito pensiero che i suoi scritti possano, un giorno, esser letti e i suoi segreti rivelati. Una confessione a cielo aperto per farsi ricordare da coloro che l’hanno amato, conoscere da chi non l’ha conosciuto e comprendere da coloro che non hanno saputo intravedere in lui, uomo di Dio, la sua meravigliosa essenza. Del resto, siamo continuamente posti di fronte alle sfide, invasi da una comunicazione veloce, chiassosa, composta di parole sintetiche, critiche, senza riflessione, che contrastano con il raccoglimento e il silenzio di cui la dimensione intima necessita: quello spazio nel quale riecheggiano i suoni interiori vissuti dall’autore.
   Scrivere di se stessi richiede un metodo ponderato, diverso da altri linguaggi letterari sottoposti alle logiche rigorose della sintassi e della recettività. Don Lorenzo utilizza la penna dell’anima, comunica entrando nel silenzio e presta attenzione all’armonia, al peso, alla leggerezza o all’asprezza del detto; gioca amorevolmente con gli spazi bianchi, le evocazioni e le vibrazioni. Carta e penna fanno luce, lo aiutano a fare chiarezza, a vedere un disegno più grande, egli non pensa al passato ma si focalizza sul presente evolvendo la narrativa cronologicamente, con intervalli di tempo regolari, in cui annota percezioni, avvenimenti personali ed eventi spirituali. 


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